Yesterday, the Holy Father addressed a conference at the Vatican commemorating the fiftieth anniversary of the 1967 Instruction on Music in the Liturgy of the Sacred Congregation for Rites, Musicam sacram. While not as detailed as St. John Paul’s 2003 chirograph commemorating the 100th anniversary of St. Pius X’s great Tra le sollicitudini, it is still an interesting statement. Especially interesting is the Holy Father’s candid admission that:
Certamente l’incontro con la modernità e l’introduzione delle lingue parlate nella Liturgia ha sollecitato tanti problemi: di linguaggi, di forme e di generi musicali. Talvolta è prevalsa una certa mediocrità, superficialità e banalità, a scapito della bellezza e intensità delle celebrazioni liturgiche. Per questo i vari protagonisti di questo ambito, musicisti e compositori, direttori e coristi di scholae cantorum, animatori della liturgia, possono dare un prezioso contributo al rinnovamento, soprattutto qualitativo, della musica sacra e del canto liturgico. Per favorire questo percorso, occorre promuovere un’adeguata formazione musicale, anche in quanti si preparano a diventare sacerdoti, nel dialogo con le correnti musicali del nostro tempo, con le istanze delle diverse aree culturali, e in atteggiamento ecumenico.
(Emphasis supplied.) We will leave it to you, dear reader, to obtain a machine translation of the text, unless you have better Italian than we do. (And almost anyone does.)